Quando scattai le mie prime foto con la "macchinetta" di mio padre, dovevo essere più o meno così.
Purtroppo, questa passione di bambino è stata interrotta nella giovinezza per motivi economici. Nella mia adolescenza, cercai di ovviare all' inconveniente passando interi pomeriggi in camera oscura. Vedere l'immagine che si materializzava nel suo bagno d'acido non solo era una delle tante soddisfazioni di allora ma anche una vera e propria magia il cui ricordo non mi abbandonerà mai.
La produzione del modello Vito risale al 1939, con i primi modelli a soffietto, e dal 1954 si passò al corpo rigido con la "Vito B". La produzione della Vito è continuata fino al 1971, anno in cui purtroppo l'aziendà entrò in crisi e scomparve dal mercato. In quello stesso anno, dopo una lunga malattia, se ne andò anche mio padre. Continuare a fotografare con la sua "macchinetta" era un pò come sentirlo accanto.
Il modello C del genitore con cui ho realizzato da bambino i miei primi scatti, appartiene alla terza generazione della Vito e raccoglie con successo l'eredità dei modelli precedenti.
Si tratta di una macchina dal corpo compatto ma solido e pesante. Semplice da capire e da usare ma anche caratterizzata dalla eleganza inconfondibile di tutti i modelli della casa.
La meccanica è tra le più silenziose in assoluto mentre l'ottica è rinomata per la straordinaria qualità fotografica e per i colori particolarmente saturi che solo le ottiche Voigtlander sapevano
dare.
Non sottovalutate questa macchina lasciandovi ingannare dal suo aspetto semplice. Non si tratta di una delle tante compatte a lente fissa ma di un vero gioiello. Posso assicurarvi che poche macchine, reflex comprese, riescono a eguagliare la nitidezza d'immagine e la brillantezza dei colori delle lenti Voigtlander.
La ditta fu fondata nel 1756 da Johann Christoph Voigtländer a Vienna ed inizialmente si dedicò alla realizzazione di strumenti ottici, soprattutto per apparecchiature scientifiche e microscopi. Costruì i primi obiettivi tipo Petzval, il binocolo derivato dal vecchio monocolo galileiano, e una serie di obiettivi che diventeranno famosi nel tempo come, per esempio, il Collinear e poi l'Heliar. La prima lente per macchina fotografica è del 1840 e nel 1841 costruì il primo Dagherrotipo interamente in metallo. Poco dopo si occupò della produzione di macchine a lastra, pressoché artigianali. Nel 1849 la sede si sposta a Braunschweig, in Germania. Inizia in quell'anno la produzione in serie di obiettivi di alta qualità, da lì a poco nasce la Voigtlander & Sohn. Nel 1862 erano già stati prodotti ben 10.000 obbiettivi. Nel 1925 venne comprata dalla Sherring AG che ne promosse l'ulteriore sviluppo. La marca Voigtlander rimase una delle leader del mercato europeo e mondiale fino dopo la seconda guerra mondiale anche perché aveva come target quello di produrre macchine fotografiche che fossero accessibili a tutti. Nel 1956 fu comprata dalla Carl Zeiss Foundation che tra la fine degli anni '60 e gli inizi del '70 ne cambiò il nome in Zeiss Ikon Voigtlander. Nel 1973 il marchio fu venduto alla Rollei fino al collasso del 1982.Nel 1999 il marchio viene acquistato dal gruppo tedesco RINGFOTO & Co. ALFO Marketing KG che la rilancia sul mercato, con la produzione di nuovi obiettivi, nuove macchine sia analogiche che digitali.Voigtländer - il primo produttore al mondo di apparecchi ottici di qualità contribuisce dal 1756 con la sua ricerca allo sviluppo tecnologico della fotografia del XIX e XX secolo.
Oggi la Voigtländer BESSA unisce mirabilmente le tecnologie più avanzate alla qualità di materiali pregiati, offrendo agli appassionati più esigenti un rinnovato piacere nell’uso dell’apparecchio fotografico.
La maggior parte delle fotografie scattate da me negli anni' 70 e '80 sono andate disperse. In qualche cassetto però, ogni tanto spunta qualche ricordo in bianco e nero.