"Venga Tu dall'Inferno o dal Cielo, che importa, Bellezza , mostro immane, mostro candido e fosco, se il tuo piede, il tuo sguardo, il tuo viso m'aprono la porta di un infinito che amo e non conosco?

Arcangelo o Sirena, da Satana o da Dio, che importa se tu, Demone dagli occhi di velluto, Luce, Profumo, Musica, unico bene mio, rendi più dolce il mondo, meno triste l'amara vita?"

 

(Charles Baudelaire, "Inno alla Bellezza")


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Il furore delle immagini

Fotografia italiana dall'archivio Italo Zannier

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2012

La fotografia e la memoria

Ferdinando Scianna incontra Stefano Cappa

Ferdinando Scianna da cinquant’anni ferma la realtà con i suoi scatti consegnandola a tutti noi. È uno dei fotografi italiani più importanti e le sue immagini costituiscono anche una sorta di memoria collettiva della nostra storia. Ma è anche un professionista da tempo impegnato a riflettere proprio sul ruolo del suo lavoro, sul significato dell’immagine e della fotografia stessa. Stefano Cappa studia come lavora il nostro cervello al Centro di Neuroscienze Cognitive dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Tra le cose di cui si occupa c’è proprio il modo in cui si formano i nostri ricordi, che cosa succede nel nostro cervello per consentirci di trattenere la memoria di quello che accade e poi che cosa avviene per consentirci di richiamare questa memoria.

 

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nov

2012

Man Ray

Man Ray, (Filadelfia,1890 -- Parigi, 1976), è stato un pittore, fotografo e regista statunitense esponente del Dadaismo.

Pur essendo un pittore, un fabbricante di oggetti e un autore di film d'avanguardia è conosciuto soprattutto come fotografo surrealista, avendo realizzato le sue prime fotografie importanti nel 1918.
A New York, dove viveva, con il suo grande amico l'artista surrealista Marcel Duchamp formò il ramo americano del movimento Dada che era iniziato in Europa come un rifiuto radicale dell'arte tradizionale.
Morì il 18 novembre 1976. Venne seppellito nel cimitero di Montparnasse. Il suo epitaffio recita: Non curante, ma non indifferente.

 


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lun

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nov

2012

La poetica di Mario Giacomelli

 

 

Mario Giacomelli (1925-200). "La fotografia mi ha aiutato a scoprire le cose, interpretarle e rivelarle. Racconto la conoscenza del mondo in una architettura interiore dove le vibrazioni sono uncontinuo fluire di attimi, di avventure liberanti come espressione totale dove sento tutta la completezza della mia esistenza. ...Le ferite le mostravo prima, ma la ferita era anche una gioia. Non era una ferita di dolore, era un segno, la cicatrice di un male che si era chiuso, che era guarito. Come quando uno viene operato: non c'è più il male, c'è il segno e basta. Adesso purtroppo è tutto diverso non rimane più niente. Adesso è una terra piatta, passa una macchina che taglia, miete, macina...fa tutto. Non c'è più fantasia. Arrivano questi bestioni meccanici e non c'è più gioia in chi lavora, in nessuno." Frammento di una intervista realizzata da Giorgio G. Negri 

 

 

 

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dom

25

nov

2012

McDermott e le meraviglie di Angkor

 

 

Angkor Wat, in lingua kmer Tempio della città, è un tempio khmer, all'interno del sito archeologico di Angkor, in Cambogia, nei pressi della città di Siem Reap. Fu fatto costruire dal re Suryavarman II (1113-1150). Il re ordinò che la costruzione del gigantesco edificio partisse contemporaneamente dai 4 lati, cosicché l'opera fu completata in meno di 40 anni. Il francese Henri Mouhot scoprì l'antico sito nel 19 ° secolo dichiarando che i templi di Angkor erano "L'opera di giganti".

L'ipotesi più probabile è che si tratti di un mausoleo, un luogo dove il re potesse essere venerato dopo la morte. Infatti, l'entrata principale è situata a ovest, come nei templi funerari, e non a est, come consuetudine per i templi indù.

 

Il fotografo McDermott, che è stato descritto come " l' Ansel Adams di Angkor" dal New York Times, visitò per la prima volta Angkor il 24 ottobre 1995, rimanendo affascinato dalla maestosità dei templi durante un'eclissi solare. Questa esperienza unica ha influenzato profondamente la sua opera tanto che nel 2000, tornò in Cambogia per passare gli anni seguenti a fotografare templi diversi e ricreare effetti chiaroscurali tramite l'utilizzo di pellicole all'infrarosso e tecniche particolari di postproduzione. Per McDermott, le fotografie degli antichi templi sono un rispettoso, reverenziale omaggio alla cultura Khmer. "E' lo spirito immateriale di un luogo che è più sfuggente quando si sta cercando di creare un ritratto visivo- spiega McDermott-. Ho voluto riprodurre photograficamente la luce surreale dell' eclissi del 1995. Scatto con il cuore e mi considero l'equivalente fotografico di un pittore impressionista." 

 

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